Il paesino di Opi si trova nel Parco Nazionale d’Abruzzo ed è uno dei Borghi più belli d’Italia . Dall’alto di un promontorio roccioso domina la valle sottostante dove scorre il fiume Sangro ed ha una struttura urbanistica medievale, con una doppia fila di case-mura poste a difesa del borgo in sostituzione della cinta muraria vera e propria. Questo lascia intendere che il nome deriva non dalla dea Ope (divinità sabina dell’abbondanza), ma dal termine latino oppidum cioè “castello fortificato”.
Le case avvinghiate alla roccia sono unite tra loro da una strada principale al centro e vicoli laterali chiamati v’ttal, che le stringono alle vecchie stalle dove venivano accuditi gli animali. Oltre al palazzo secentésco, attuale sede del municipio, a Opi sono degni di nota due edifici religiosi. Il primo è la chiesa di Santa Maria Assunta, situata a metà strada tra il nuovo centro e il nucleo storico e la cappella di San Giovanni Battista, collocata nei pressi della piazza principale, edificata in epoca barocca da Vincenzo Rossi, nobile del luogo. Ad attrarre, comunque, è sempre la forma del borgo, che fa assomigliare Opi, se vista dall’alto, a una goccia o, in inverno, a una nave in mezzo a una distesa di ghiaccio. E c’è, in estate, chi la vede come un’isola in mezzo a un mare di verde.
L’insediamento umano nel territorio di Opi ha origini remote. Molti sono i motivi che fanno pensare ad una “Opi città sacra” come le denominazioni di antichissime ed ancora vive sorgenti quali la Fonte di Giove, la Fonte Vertuno e la Fonte Triareccia (in onore della dea Luna considerata triforme) e la lapide murata sulla base del campanile della chiesa di Santa Maria Assunta, sulla quale è inciso sacerdos cerealis ossia Sacerdote di Cerere, dea romana della terra e delle messi, che lascia supporre l’esistenza di un edificio dedicato al culto della dea.
Dalla fine del duecento Opi subì le angherie dei feudatari e le lotte dei signori della zona ritenuti fra i più guerrieri del regno. I secoli successivi furono caratterizzati da continue controversie con il feudo vicino, Pescasseroli, fino al 1816 quando fu decretata l’unione amministrativa fra i due paesi, che durò fino al 1854.
Il paese poi inizò a subire lo spopolamento dovuto all’emigrazione e il 31 luglio 1901 fu colpito da un disastroso terremoto causa di molte vittime.
A pochi chilometri da Opi si può visitare la Camosciara che regala un bellissimo panorama, una ricca vegetazione costituita da salici, faggi, querce, aceri, frassini e ricca di acque trasparenti e, con un po’ di fortuna, si possono ammirare dei cervi che pascolano tranquilli. Poiché la natura qui è padrona, non mancano le possibilità di escursionismo, passeggiate a piedi, a cavallo o in mountain bike lungo gli oltre cinquanta sentieri del Parco Nazionale d’Abruzzo. E, dai 1250 m di altitudine di Opi, gli amanti degli sport invernali trovano il loro luogo ideale sulle piste di sci di fondo del bellissimo altopiano di Macchiarvana, apprezzabile anche in estate per il fresco delle folte faggete.
Per saperne di più:
www.borghipiubelliditalia.it
www.comune.opi.aq.it
Come arrivare a Opi (AQ): il percorso