Santo Stefano di Sessanio, il gioiello del Gran Sasso

Santo Stefano di Sessanio è un gioiello architettonico di epoca medievale interamente costruito con pietra bianca calcarea e costituito da tipiche case–mura unite a formare una cinta difensiva. Il paese rientra nel club dei borghi più belli d’Italia.

Oggi il paese è meta di un turismo non convenzionale grazie al progetto di “albergo diffuso” promosso da Daniel Kihkgren. Il giovane imprenditore svedese, dopo aver acquistato parte delle abitazioni abbandonate del centro storico, le ha ristrutturate mantenendone le caratteristiche architettoniche e ha trasformato il borgo stesso in un hotel, preservando l’integrità del territorio circostante nel rispetto della storia e della cultura locale.

Santo Stefano di Sessanio venne edificato tra l’XI il XII secolo sui ruderi di un pagus (villaggio) romano chiamato Sextantio, dal latino “Sextantia”, ad indicare la distanza di sei miglia romane da Peltuinum, importante crocevia dei traffici che da Roma giungevano sulla costa adriatica. Nel XIII secolo appartenne alla Baronia di Carapelle, divenendo in seguito possedimento dei Piccolomini e quindi, dalla fine del XVI secolo, della potente casata medicea. E’ sotto la guida di Francesco de’ Medici che il borgo visse il suo periodo di massimo splendore, intorno al commercio della lana “carfagna”, una lana nera di tipo grezzo prevalentemente usata per le uniformi militari e per il saio dei monaci, prodotta a Santo Stefano e lavorata a Firenze.

Percorrendo le sue tortuose stradine si ammirano abitazioni quattrocentesche, tra cui la casa del Capitano e la torre risalente al Trecento detta medicea, dalla cui sommità si apre allo sguardo un panorama incantevole che abbraccia le valli del Tirino e dell’Aterno e si spinge sino ai fondali della catena del Sirente e della Majella. Purtroppo la torre cilindrica è crollata con il sisma del 2009. Per fortuna tutti i materiali di cui era composta, compresi gli interni, sono stati recuperati e saranno usati per ricostruirla e riportarla agli originali 20 metri di altezza.
Fuori dal centro abitato sono da visitare la chiesa di Santo Stefano Protomartire che si presenta come una monoaula in cinque campate e la chiesa della Madonna del Lago, che sorge subito fuori le mura, sulle verdi rive di un laghetto.

Il borgo è famoso per le lenticchie, un presidio Slow Food la cui qualità è garantita da un’Associazione di Produttori e che si coltiva solo nei terreni aridi di alta montagna tra i 1200 e i 1450 metri. Piccola, di colore scuro, dalla buccia rugosa e sottile, è ricca di ferro e talmente tenera da non necessitare di ammollo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più:
www.borghipiubelliditalia.it

Come arrivare a Santo Stefano di Sessanio (AQ): il percorso

 

 

 

 

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