Curiosità

Tesori artigianali d’Abruzzo: la presentosa

Il viaggio tra i prodotti e le creazioni dell’artigianato abruzzese porta alla scoperta della “presentosa”. Questo accessorio è uno dei gioielli più famosi della tradizione orafa abruzzese. Originaria di Guardiagrele e di Agnone e tipico delle zone di Pescocostanzo, Scanno, Sulmona e L’Aquila, la “presentosa” è un medaglione a forma di stella contornato da arabeschi in filigrana generalmente in oro o in metallo placcato oro indossato dalle donne nelle occasioni di festa.

La produzione di questo oggetto tipico è diffusa in tutta la regione, ma nella zona di Scanno si distingue per le figure, spesso ispirate al mondo della natura con decorazioni legate a temi magico-simbolici. Al centro di questo ciondolo compare spesso il motivo del cuore o dei cuori uniti da una mezzaluna, simbolo e promessa di amore e, come tale, dono destinato alle innamorate al momento della proposta di matrimonio. In passato questi amuleti erano anche destinati ai bambini come portafortuna; tra i simboli ricorrenti figurano la ranocchiella, la chiave, la stella a cinque punte, la mezzaluna, il cuore, il cornetto.

Il gioiello viene solitamente usato come pendente per orecchini o come ciondolo da mettere in bella vista sul petto, ma si accompagna anche all’abbigliamento tradizionale, sia maschile che femminile, in forma di bottone o di fermaglio. Attualmente, questo tipo di produzione è stata affiancata da una serie di creazioni più moderne nello stile che, reinterpretando le tradizionali decorazioni, sono diventati simbolo di creatività e tecnologia.

Il nome della presentosa è legato a Gabriele D’Annunzio che ce ne ha lasciato una breve descrizione nel romanzo “Il Trionfo della morte” del 1894, “Portava agli orecchi due grevi cerchi d’oro e sul petto la Presentosa: una grande stella di filigrana con in mezzo due cuori”. In realtà il termine è già presente in alcuni documenti di inizio Ottocento in cui compare nell’elenco dei gioielli che compongono la dote della sposa.

Questo accessorio è stato rilanciato in grande stile nel 1996 grazie ad alcune iniziative promosse dell’Ente artigianato della Majella, con la pubblicazione di un opuscolo realizzato dal professor Sante Petrocelli.  Tra le tante iniziative ricordiamo che in occasione del G8 a L’Aquila del 2009, Giovanni Chiodi donò alle consorti dei capi di Stato e di Governo venticinque presentose create dall’orafo Paolo Mazzeschi.

Un gioiello e al tempo stesso un simbolo senza tempo che ancora oggi continua a ispirare. Dal centro storico di Guardiagrele (CH) dove è stata da poco inaugurata la nuova pavimentazione di via Roma, ispirata proprio alle forme geometriche più caratteristiche del ciondolo simbolo d’amore, fino all’installazione ornamentale realizzata nei pressi dell’abbazia di San Giovanni in Venere, nel comune di Fossacesia (vedi foto in basso).

 

Per le foto si ringraziano la Bottega orafa Luigi Fronterotta (copertina) e Antonio Corrado (foto di fondo)

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