Domenica 20 aprile è Pasqua, è la domenica della Resurrezione di Gesù dai morti ed è una delle ricorrenze religiose, culturali e identitarie più amate in ogni angolo d’Italia.
È una festa solenne del cristianesimo preceduta dalla Settimana Santa e dagli eventi che hanno segnato la Passione di Gesù, dal Giovedì Santo della Lavanda dei Piedi e dell’Ultima Cena, dal Venerdì Santo della Crocifissione e della Morte e quindi dei festeggiamenti per la Resurrezione e l’Ascensione al cielo.
I riti e le usanze della Settimana Santa si differenziano nella caratterizzazione di paesi, città e borghi italiani. Di queste tradizioni che affondano le radici nei secoli, l’Abruzzo offre una ricca e interessante varietà tanto dal punto di vista religioso quanto da quello antropologico.
In questo quadro assume un posto di rilievo la PROCESSIONE DEL CRISTO MORTO di CHIETI, la cui origine sarebbe precedente all’anno mille facendone una delle processioni più antiche d’Italia. Uscita dalla Cattedrale di San Giustino all’imbrunire del Venerdì Santo, la processione si sviluppa lungo le vie principali del centro storico seguita da un imponente coro di 150 cantori tra tenori, baritoni, bassi e da un’orchestra di archi con 20 violini che intonano il Miserere composto nel 1767 da Saverio Selecchy, maestro di cappella della Cattedrale teatina. L’organizzazione della processione è in capo all’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti che cura l’allestimento e la preparazione dei simboli della Passione, seguita in corteo da non meno di altre dieci confraternite di incappucciati.
E la PROCESSIONE DEGLI INCAPPUCCIATI a LANCIANO è il culmine delle celebrazioni del Giovedì Santo nel capoluogo frentano. È la sera dell’Ultima Cena e del tradimento di Giuda cosicché calato il buio, alla luce delle fiaccole i confratelli dell’Arciconfraternita Orazione e Morte di San Filippo Neri percorrono le vie del centro storico portando i simboli della Passione del Cristo e coprendosi il volto con cappucci neri. Tra questi ve n’è uno detto “il Cireneo” che percorre tutto il tragitto a piedi scalzi mentre trasporta sulle spalle una grande croce di legno. La processione procede sulle note di marce funebri accompagnata dal suono caratteristico delle raganelle di legno.
A TERAMO è LA DESOLATA a dare solennità alle celebrazioni che dal XIII secolo sono cariche di semplicità e commozione nel rappresentare il cammino disperato della Madonna alla ricerca del figlio condannato a morte. Alle quattro del mattino del Venerdì Santo, donne velate di nero portano a spalla, lentamente, la statua lignea della Madonna per le strade della città seguite dai fedeli. Nel suo peregrinare, la processione si ferma in diverse chiese fino a tornare al punto di partenza alle prime luci dell’alba.
A SULMONA è lo “STRUSCIO DEI TRINITARI” a scandire le celebrazioni del Venerdì Santo. Questa tradizione, che risale al XVII secolo, è carica di devozione e raccoglimento nel rappresentare il cammino penitenziale dei fedeli. Alle nove di sera, i membri della Confraternita della Santissima Trinità, vestiti con abiti tradizionali, portano a spalla, lentamente, la statua del Cristo Morto per le vie della città, seguiti da una folla di devoti. Durante il percorso, la processione si ferma davanti a numerose chiese, dove vengono recitate preghiere e canti sacri, fino a tornare al punto di partenza a tarda notte.
Nella Settimana Santa ogni contrada d’Abruzzo affronta il peso del dolore e della morte legato ai riti della Passione di Gesù. Però alla fine la domenica di Pasqua arriva e con essa ci si scrollano di dosso le pene per immergersi nell’euforia di una festa di rinascita.
E a Sulmona non si può perdere un altro rito plurisecolare: LA MADONNA CHE SCAPPA. Dopo la messa, su piazza Garibaldi la folla si apre a fare spazio lasciando un corridoio. È su quella lingua di selciato che la confraternita corre portando a spalla la statua della Madonna per permetterle di raggiungere il figlio risorto. Durante la corsa, se la statua perde il velo nero del lutto per mostrare la luminosità della veste verde vuol dire che l’anno sarà propizio. E forse i presenti, in quei momenti concitati, idealmente partecipi della corsa a perdifiato, solo in quegli istanti possono sentirsi idealmente abbracciati ai cari che non ci sono più.
E’ una Settimana ricca di appuntamenti con la Cultura, con le tradizioni e la Fede facilmente raggiungibili con l’autostrada A24 (Uscita di Teramo Est) o con l’autostrada A25 (Uscite di Chieti/Pescara e Pratola Peligna/Sulmona), oppure proseguendo sull’autostrada A14 per Lanciano.