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Corradino D’Ascanio, in volo col genio di Popoli

Il vento che soffia impetuoso nelle Gole di Popoli, tra la Valle Peligna e il territorio marrucino, è ben noto a chi percorre l’autostrada A25 tra Popoli e Torre de’ Passeri ma non tutti sanno che questo vento è stato anche il volano di un genio dell’industria italiana, Corradino D’Ascanio (1891-1981). Rinomata per la sua ricchezza di acque, per la posizione strategica tra le montagne e per le sue correnti ventose, Popoli Terme, dove nacque il primo giorno di febbraio 1891, fornì un ambiente stimolante per il giovane D’Ascanio. Fin da bambino, mostrò un interesse vivace per il volo e la meccanica, ispirato dal paesaggio naturale e dalle condizioni climatiche della sua terra natale.

Durante l’infanzia, D’Ascanio si dedicò alla costruzione di modelli di alianti, cercando di imitare il volo degli uccelli che osservava nei cieli abruzzesi, fino ad arrivare a costruire, a soli 15 anni, un rudimentale deltaplano che sperimentò di persona nel paesaggio incantato della vicina Riserva naturale regionale delle Sorgenti del Pescara. Questa passione precoce per l’aviazione lo spinse ad intraprendere gli studi prima all’Istituto Tecnico Ferdinando Galiani di Chieti e poi al Politecnico di Torino, dove si è laureato nel 1914 in ingegneria industriale meccanica, un percorso che avrebbe gettato le basi per le sue future innovazioni nel campo aeronautico e oltre.

Nel 1914 si arruola volontario nell’Arma del Genio, nella divisione “Battaglione Aviatori” di Torino, dove viene assegnato al collaudo dei motori e collabora all’avvio, in Italia, della produzione dei motori “La Rhone”. Grazie al suo genio viene installata sui velivoli militari italiani la prima radiotrasmittente e applicato un meccanismo di riscaldamento dei motori degli aeroplani per inibire il congelamento dell’olio.

Nel 1916, durante il periodo di congedo temporaneo, D’Ascanio è impegnato nel lavoro per la società dell’ingegnere e pilota Ottorino Pomilio e contribuisce alla costruzione di prototipi di aerei da caccia e da combattimento.

Nel 1917, per comunicare con la sua futura moglie Paola Paolini a Popoli, dove non esisteva ancora il telefono, D’Ascanio installò un ingegnoso sistema di telecomunicazione che sfruttava la rete elettrica dell’illuminazione pubblica.

Nel 1918 D’Ascanio sbarca negli Stati Uniti d’America al seguito degli stabilimenti Pomilio che si trasferiscono lì dando vita alla Pomilio Brothers Corporation. I rapporti con la nuova azienda però non sono distesi e quindi l’ingegnere abruzzese cerca un’altra strada per affermarsi nel mondo dell’aeronautica. È in queste circostanze che D’Ascanio conosce Ugo Veniero, figlio di Gabriele D’Annunzio e impiegato a Detroit presso la Caproni Airlines. Dalla loro collaborazione nasce un piccolo aereo che per mancanza di fondi non entrerà mai in produzione cosicché l’esperienza americana si rivela insoddisfacente e sul finire del 1919 D’Ascanio torna in Italia.

L’ingegno poliedrico di D’Ascanio

D’Ascanio è ricordato principalmente per due grandi invenzioni: il primo elicottero di produzione per Agusta e il celebre scooter Vespa per Piaggio. Sebbene il suo nome sia spesso associato alla Vespa, D’Ascanio ha piantato semi prolifici nel campo dell’ingegneria aeronautica. Dopo aver progettato il suo primo velivolo, si dedicò allo sviluppo di meccanismi di controllo per elicotteri, ottenendo numerosi brevetti. Proprio nel suo Abruzzo, D’Ascanio avviò una collaborazione con la ditta G. Camplone & Figli di Pescara per lo sviluppo dei suoi primi prototipi di elicottero. La ditta, che era specializzata nella produzione di macchinari e nella fusione di metalli, mise a disposizione le sue officine e le maestranze per la costruzione e l’assemblaggio dei pezzi meccanici necessari per i prototipi di elicottero. Questo supporto tecnico fu cruciale per lo sviluppo dei modelli di elicottero D’AT1 e D’AT2, e successivamente per il D’AT3, che raggiunse importanti primati di volo.

La sua collaborazione con Enrico Piaggio portò in seguito alla creazione della Vespa nel 1946, un simbolo di rinascita per l’Italia del dopoguerra. Oltre alle sue più celebrate invenzioni, D’Ascanio contribuì allo sviluppo dell’autovelox, un dispositivo ancora fondamentale per la sicurezza stradale. Questo strumento, originariamente concepito per misurare la velocità degli aerei, fu adattato per l’uso su strada, dimostrando ancora una volta la sua capacità di innovare e adattare tecnologie esistenti a nuovi contesti.

L’Ingegnere ha saputo esprimere il suo talento anche nel campo della comunicazione e del marketing. È stato responsabile di alcune delle più originali e creative installazioni espositive nei saloni e fiere delle due ruote, a cui Vespa partecipava. Queste installazioni erano veri e propri “trucchi” progettati per stupire il pubblico e lasciare un’impressione duratura. Tra le sue creazioni più memorabili vi sono “La Vespa sul ramo di pesco” e “Vespa sul getto d’acqua”, che erano effetti visivi di grande impatto e originalità, capaci di attirare l’attenzione e suscitare meraviglia.

L’eredità in Abruzzo

A Popoli Terme su corso Gramsci ad angolo con via Venezia è oggi possibile visitare la sua casa natale, nel settecentesco palazzo di famiglia. Anche grazie al suo duraturo legame, Popoli è oggi nota in tutta Italia come Città dei Motori, e qui si tiene ogni anno la Cronoscalata Svolte di Popoli, che arriverà quest’anno alla sessantatreesima edizione. A ulteriore testimonianza del suo legame con la terra natia, il Comune di Montesilvano ha intitolato a Corradino D’Ascanio il Liceo Scientifico della città ed è allo studio in questi mesi la proposta di allestire a Popoli Terme un Museo dei Motori a Lui intitolato. Questi riconoscimenti celebrano il suo contributo duraturo alla cultura e alla tecnologia italiana. La sua eredità continua a vivere, non solo nei veicoli che ha progettato, ma anche nell’innovazione tecnologica che ha ispirato.

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