Approfondimenti

Francesco Paolo Michetti, tutti i colori dell’Abruzzo

Autoritratto del 1877. Napoli, Museo di Capodimonte

Il 2 ottobre ricorre l’anniversario della nascita di Francesco Paolo Michetti, un artista che ha segnato profondamente la pittura italiana a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Nato a Tocco da Casauria nel 1851, Michetti celebrò l’Abruzzo come un luogo senza tempo, culla di miti e riti ancestrali, unendo il crudo verismo delle sue rappresentazioni popolari con una visione profondamente simbolista.

Nato da una famiglia di umili origini, dopo la prematura scomparsa del padre fu costretto a lavorare. In seguito al nuovo matrimonio della madre, Michetti si trasferì a Chieti, dove frequentò le scuole tecniche, dimostrando subito una spiccata abilità per le arti grafiche tanto che, appena tredicenne, inoltra una domanda di sussidio per “avere mezzo di istruirmi nel disegno” ed entrare all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Qui divenne allievo e poi amico di Domenico Morelli, del quale imitò inizialmente il naturalismo e il realismo visionario. Grazie alla sua originalità, fu presto notato e apprezzato in ambienti artistici, tra cui quello del mercante francese Reutlinger, che lo invitò a Parigi dove espose già nel 1872. Per l’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Napoli del 1877, a soli ventisei anni, il giovane artista realizza la “Processione del Corpus Domini”, un dipinto che, nonostante alcuni pareri discordanti, consacra la sua fama in Italia: ottiene il Primo premio per la pittura di ben quattromila lire e la nomina a professore onorario dell’Istituto di Belle Arti di Napoli.

Il Cenacolo di Francavilla e l’artista sperimentatore

Nel 1883, dopo i successi internazionali, Michetti prese la decisione di tornare in Abruzzo e si stabilì a Francavilla al Mare, dove aveva acquistato un vecchio convento. Questo luogo, che gli amici chiamavano “il Conventino”, divenne il fulcro di un vero e proprio cenacolo artistico, un laboratorio sperimentale dove si tentava di eliminare i confini tra le diverse arti. Il pittore amava circondarsi di giovani talenti e intellettuali, tra cui lo scultore Costantino Barbella, il compositore Francesco Paolo Tosti, l’antropologo Antonio De Nino e, in particolare, il poeta Gabriele d’Annunzio. Le loro collaborazioni furono fondamentali, e l’amicizia con d’Annunzio, conosciuto nel 1880, divenne un legame indissolubile.

Autoritratto e ritratti di F.P. Tosti e G. D’Annunzio. Chieti, Pinacoteca Costantino Barbella

Michetti non fu solo un pittore di successo, le cui opere erano così richieste da sviluppare un mercato di falsi persino in Germania. Fu un instancabile ricercatore di materiali e tecniche, un architetto, uno scenografo e, soprattutto, un fotografo di grandissimo valore. L’incontro con il poliedrico Mariano Fortuny y Mandrazo lo portò a sperimentare l’uso del pastello e del mezzo fotografico. La fotografia divenne per lui uno strumento di studio e di composizione, che gli consentiva di catturare istantanee e studiare la realtà nei suoi aspetti più crudi e sinceri. A partire dal 1900, la sua ricerca lo portò a utilizzare glicerina e acqua per rendere i colori più fluidi, e le sue pennellate si fecero più ampie ed essenziali. La sua incessante attività fotografica è oggi documentata dal Fondo fotografico Michetti, costituito da oltre 2900 negativi e diapositive, conservato presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD).

I capolavori dell’anima abruzzese

La pittura di Michetti è un inno all’Abruzzo, ai suoi riti e alle sue genti.
“Il Voto” (1883) è l’opera che gli diede la celebrità. Presentato all’Esposizione di Belle Arti di Roma, questo grande quadro raffigura la festa in onore di San Pantaleone a Miglianico. L’opera suscitò grande scalpore per il suo crudo verismo nel rappresentare la disperazione e la pietà dei pellegrini.


“La Figlia di Iorio” (1895) è una delle sue tele più iconiche. L’opera, premiata alla prima Biennale di Venezia, ispirò l’omonima tragedia di Gabriele d’Annunzio. Con il suo taglio quasi cinematografico, l’opera mostra una donna che avanza con passo sicuro di fronte a un gruppo di uomini che le rivolgono apprezzamenti, con la Maiella innevata sullo sfondo.


“Le Serpi” e “Gli Storpi” (entrambi del 1900) furono presentati all’Esposizione Universale di Parigi. Questi due dipinti, conservati nel Museo Michetti a Francavilla al Mare, mostrano l’attenzione dell’artista verso le tradizioni e la realtà dei malati e dei questuanti che gravitavano attorno ai santuari abruzzesi.


“I Morticelli” (1880) è un’altra tela di grande impatto, che ritrae un corteo funebre di due neonati gemelli. Il quadro ottenne il favore della critica per la novità del tema e la freschezza delle immagini.

Un itinerario sulle orme del maestro

Per ripercorrere la vita e l’arte di Michetti, è possibile seguire un affascinante itinerario che si snoda tra Abruzzo e Roma, facilmente percorribile utilizzando le uscite delle autostrade A24 e A25.

Tocco da Casauria: l’itinerario parte dalla città natale dell’artista, dove sorge la Casa Natale di Francesco Paolo Michetti. E’ di questi giorni la notizia di importanti lavori di recupero e risistemazione dell’immobile per una prossima riapertura al pubblico. Tocco da Casauria è raggiungibile attraverso l’uscita Casauria/Torre de’ Passeri sull’autostrada A25.

Chieti: qui Michetti iniziò i suoi studi. Il Museo d’Arte “Costantino Barbella” custodisce diversi ritratti di suoi amici intellettuali, tra cui Barbella stesso, Tosti e Gabriele d’Annunzio. Si possono qui ammirare anche il tenero dipinto “Prima nidiata” e alcuni studi preparatori per le sue più grandi opere, alcuni dedicati alla celebre Processione del Cristo Morto, che si celebra a Chieti il venerdì santo.

Pescara: Qui si trova uno dei suoi capolavori, “La Figlia di Iorio”, esposto presso il Palazzo della Provincia. Inoltre, la Casa Museo di Gabriele d’Annunzio a Pescara ospita uno dei celebri autoritratti. Per visitare i due capoluoghi abruzzesi percorrendo l’autostrada A25, prendere l’uscita Chieti/Pescara.

Francavilla al Mare: immediatamente a sud di Pescara, si raggiunge Francavilla, cuore della sua vita e della sua produzione artistica. Il Museo Michetti ospita due tele colossali: “Le Serpi” e “Gli Storpi”, mentre il vicino “Conventino” è il luogo dove nacque il suo cenacolo. La città ospita anche il prestigioso Premio Michetti, istituito dall’omonima Fondazione, che dal 1947 si celebra ogni estate in sua memoria per promuovere i nuovi talenti delle arti figurative.

L’Aquila: risalendo sull’autostrada A24, non lontano dall’uscita L’Aquila Ovest, il MuNDA conserva un’altra delle sue opere più importanti, “I Morticelli”, insieme a “Pastorelle lungo il mare”.

Giulianova: restando sull’autostrada A24 e proseguendo il viaggio oltre la Barriera di Teramo è possibile scoprire la splendida località di Giulianova, affacciata sull’Adriatico. Qui la Pinacoteca civica Vincenzo Bindi, ubicata in un sontuoso palazzo ottocentesco, ospita alcune piccole opere di Michetti, assieme a quadri della “Scuola di Posillipo” e di altri pittori abruzzesi come i Palizzi, Gennaro Della Monica e molti altri.

Roma: l’ultima tappa ci conduce nella Capitale, dove la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM) accoglie la grande tela de “Il Voto”, che consacrò il suo successo a livello nazionale e internazionale. In questo prestigioso museo italiano si può inoltre ammirare uno dei cartoni preparatori per “La figlia di Iorio”.

Un viaggio sulle autostrade A24 e A25 sulle tracce di Michetti offre un’opportunità unica per scoprire l’arte di un maestro che ha saputo raccontare la sua terra con una sensibilità e un’originalità che precorrevano i tempi, diventando il prototipo dell’artista contemporaneo.

La processione del Corpus Domini (1877). Collezione privata.
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