Ambiente

Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024: le buone pratiche per contrastare la siccità.

Ogni anno il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite; la data è stata scelta per ricordare la prima Conferenza sull’ambiente tenutasi a Stoccolma nel giugno 1972, quando fu adottata la Dichiarazione di Stoccolma che definì i 26 principi sui diritti e le responsabilità dell’Uomo in relazione all’Ambiente.

Negli anni l’obiettivo della Giornata è stato quello di sottolineare l’importanza della protezione e della salvaguardia dell’Ambiente e l’impatto che quest’ultimo ha sia sul benessere delle persone che sullo sviluppo economico. Si punta così a dare un volto umano alle questioni ambientali, facendo sì che le persone diventino fattori attivi dello sviluppo equo e sostenibile in modo da capire quanto sia importante e fondamentale il cambiamento dell’atteggiamento riguardo le questioni ambientali.

La giornata del 2024, ospitata dall’Arabia Saudita, si concentra sul ripristino del territorio, sulla desertificazione e sulla resilienza alla siccità con lo slogan “La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration” rivolto in particolar modo alle nuove generazioni, che hanno fatto crescere molto l’attenzione. Ogni anno viene adottato un tema e, quest’anno, la Giornata vuole indirizzare la riflessione in particolare verso la rigenerazione del suolo per contrastare i fenomeni di degrado estremo, come la desertificazione e la siccità. Il suolo sostiene la vita sulla Terra in ogni sua forma, sia nei terreni agricoli, sia nelle aree naturali incolte sparse in tutto il Pianeta e in tutti questi anni la civiltà umana lo ha largamente sfruttato per nutrire la popolazione. Questo degrado non è inevitabile e l’Uomo possiede le conoscenze necessarie per rallentare la degenerazione ambientale. Bisogna però agire in fretta.

Alcune delle iniziative concrete che le comunità e gli individui possono mettere in atto per contribuire al miglioramento e contrastare il degrado in atto possono essere:

  • l’agricoltura e la produzione di cibo attraverso la pratica della coltivazione biologica che preserva la salute del suolo, trattiene l’acqua e riduce al minimo l’erosione o, a livello individuale, attraverso l’utilizzo degli scarti alimentari come compost;
  • gli ecosistemi d’acqua dolce attraverso la raccolta dell’acqua piovana per dissetare il suolo in periodi di emergenza e sensibilizzare i cittadini contro il danno ambientale relativo all’inquinamento del terreno e di conseguenza delle falde acquifere;
  • le aree urbane che possono ridurre la loro impronta ambientale ospitando oasi verdi per rendere più vivibili le città e orti urbani per produrre cibo in modo sostenibile;
  • intraprendere azioni come avviare o sostenere un progetto di restauro sul campo, come ad esempio ripulire un lago, una spiaggia, un parco o una qualsiasi area naturale;
  • ridurre il sempre più massiccio utilizzo di plastica;
  • fare scelte intelligenti come acquistare solo prodotti sostenibili e cambiare la dieta, basandola su prodotti stagionali, sostenibili e vegetali;
  • alzare la voce a sostegno della conservazione e del ripristino degli ecosistemi.

Riportare in vita gli ecosistemi degradati (ad esempio piantando alberi, pulendo le sponde dei fiumi o semplicemente dando alla natura spazio per riprendersi ciò che le apparteneva) ne aumenta i benefici per la società e la biodiversità. Il tempo non si può portare indietro, ma possiamo ancora far rivivere le foreste, ravvivare le fonti d’acqua, riportare la fertilità nei suoli sfruttati, cercare di stabilizzare il clima.

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