C’è un profumo lieve ma persistente di abruzzesità nel Premio Nobel per la Letteratura 2024 assegnato ad Han Kang. Non foss’altro perché Lia Iovenitti, traduttrice letteraria aquilana che vive a Seoul, ha curato la traduzione in italiano e la revisione de “L’ora di greco”, il nuovo romanzo della scrittrice sudcoreana.
Nella motivazione dell’assegnazione del Nobel si legge: “Per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana” e da qui si potrebbe capire come le affinità tra la Corea del Sud e l’Abruzzo e tra Seoul e L’Aquila possano aver guidato Lia Iovenitti nel suo importante lavoro.
Lia Iovenitti nasce nel 1973 a L’Aquila da papà di Tempera e mamma di Pianola. Studia giapponese a Venezia e va in Giappone ma lì non si trova e si trasferisce in Corea. In un bel colloquio social con “L’Abruzzese fuori sede”, Lia Iovenitti spiega con grande naturalezza che in Corea del Sud si sente come a casa grazie a quel modo di essere dei coreani che ricalca molto quello degli abruzzesi. Uno scrittore per il quale traduce delle opere la invita a casa, le cucina una versione coreana degli arrosticini e il ponte di parole, libri e soddisfazioni letterarie tra Occidente ed estremo Oriente è servito. Ma ecco che a tavola, ad accompagnare gli arrosticini c’è il riso e non il pane. Poco male perché, visti i risultati raggiunti, un piccolo sacrificio gastronomico ci può anche stare.