La ricorderemo come l’estate delle fiamme che hanno fatto strage di boschi. Oltre duecento incendi solo in Abruzzo. Nel Lazio la situazione è stata anche peggiore, con un aumento dei focolai del 1700% rispetto all’anno prima. Il bilancio finale dell’estate 2017 è impressionate: oltre cinquemila ettari di territorio sono stati devastati dalle fiamme, nelle due regioni attraversate dall’A24 e A25.
L’agosto 2017 è stato il più torrido degli ultimi sessant’anni. Sono state proprio le alte temperature, salite di 4-6 gradi rispetto alla media, e la siccità, le piogge si sono ridotte in questo periodo del 60%, a scatenare tra l’Abruzzo e il Lazio il flagello degli incendi, innescati dalla follia degli uomini. Piromani che si sono accaniti in particolare nelle aree protette del centro Italia, nel cuore verde d’Europa.
I numeri dell’estate dei roghi sono drammatici: in Abruzzo, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza incendi, ci sono stati oltre 200 roghi. Le zone più colpite sono state quella della Marsica, della Valle Peligna, dell’Area Vestina e delle aree naturalistiche protette. Il prezzo più caro lo hanno pagato le montagne del Morrone, nel parco della Majella: 10 giorni di fuoco, 412 lanci Canadair, 386 lanci con elicottero, oltre cento vigili del fuoco impegnati sul posto cui si sono aggiunti centinaia di volontari e anche l’esercito. Per arginare la furia delle fiamme sono stati sganciati un milione di litri d’acqua al giorno in media.
Terribile anche il bilancio per la fauna. Il 60% dei roghi in Abruzzo ha riguardato aree boschive di territori dove vivevano specie protette.
Nel Lazio, nella zona del Monte Giano, nel reatino, è divampato un grande incendio che si è esteso per diversi chilometri arrivando fino al confine con L’Aquila. Nella zona di Cittareale, comune già colpito dal sisma, un incendio ha interessando il Monte su due fronti, arrivando a lambire anche il centro abitato. Nel reatino invece è stato avvicinato dalle fiamme anche il versante di Amatrice, mettendo a rischio le frazioni di Aleggia e Forcelle. Anche in provincia di Frosinone sono divampati numerosi focolai causando momenti di paura con le fiamme giunte a pochi metri dalle abitazioni.
Complessivamente nel 2017 in Italia sono andati a fuoco 124 ettari di bosco, un’area grande quasi quanto l’intera città di Roma.
Nelle montagne abruzzesi e laziali interessate dagli incendi, intere pinete e aree naturalistiche sono andate distrutte. Ci vorranno almeno 15 anni per riavere i boschi bruciati. Rimangono aperte le ferite di un territorio tanto bello e quanto mai fragile, vulnerabile ed esposto alla follia distruttrice di pochi uomini. Chiamiamoli così.