L’antico acquedotto romano delle Uccole oltre ad essere un luogo archeologico di inestimabile valore, è una della più importanti opere idrauliche d’Abruzzo. L’impianto costruito più di duemila anni fa si trova nella riserva Naturale gole di San Venanzio, a Raiano, in provincia dell’Aquila. L’antico acquedotto è costituito da una lunga serie di cunicoli che si diramano tra la roccia per circa cinque chilometri. L’opera fu scavata duemila anni fa per permettere l’irrigazione dei campi di tutta la pianura di Raiano. Lungo il percorso si trovano 136 pozzetti, chiamati “uccole”, da cui ancora oggi è possibile accedere per scendere nel canale. Il cunicolo principale è largo non più di 80 centimetri e alto tra 1,5 e 1,8 metri.
L’acquedotto delle Uccole si trova immerso nella natura, tra scorci mozzafiato e piccoli ruscelli. La stradina di servizio che fiancheggia l’acquedotto è uno dei più antichi attraversamenti tra la Valle Peligna e la Subequana con un sentiero adatto al trekking. Secondo la tradizione da qui nel 1294 avrebbe transitato Pietro da Morrone, il futuro Celestino V, seguito da un corteo che lo avrebbe portato a L’Aquila per l’incoronazione papale. Il posto è stato spesso al centro di racconti leggendari, che non hanno fondamento di verità ma che testimoniano l’importanza simbolica del canale per le popolazioni locali nel passato. Il luogo è stato ribattezzato in dialetto via delle “ùcchele”, il nome deriva dai pozzetti utilizzati per l’ispezione dell’acquedotto e il controllo del carico delle acque.
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